Buona domenica!
Oggi terminiamo il mio tour delle letture di febbraio con
quella che è stata l’ultima lettura del mese! Inoltre vi anticipo anche che è stata deludente :(
Come sempre, ricordo che sono solo le mie modeste opinioni
con cui potete benissimo non essere d’accordo e ne possiamo sempre discutere
insieme nei commenti!
Oggi vi parlo de L’OCCHIO DEL LUPO DI DANIEL PENNAC, edito
da Salani per la collana Gli Istrici d’oro. La prima edizione è del 1984.
Trama: “In uno zoo, un ragazzo si sofferma affascinato
davanti alla gabbia di un lupo e, siccome l'animale ha soltanto un occhio,
anche il ragazzo, con estrema sensibilità, tiene chiuso uno dei suoi. Questo
colpisce il lupo che, per la prima volta, supera l'atavica diffidenza nei
confronti degli esseri umani e decide di raccontare al ragazzo la sua storia,
tutta vissuta sullo sfondo di paesaggi nevosi e cacce solitarie. Anche il
ragazzo si confida col lupo e gli parla delle tre Afriche per cui è passato,
quella Gialla, quella Grigia e quella Verde: l'Africa dei deserti, L'Africa
delle savane e l'Africa equatoriale delle foreste.”
Purtroppo, per quanto mi riguarda, questa lettura passerà in
altre mani dato che non mi è piaciuta per niente.
Il libro fondamentalmente si divide in due: la storia del
lupo e la storia del ragazzo. La prima parte dedicata alla storia del lupo mi è
piaciuta molto e l’ho trovata toccante anche perché è molto verosimile a quello
che è, purtroppo, il destino di molti animali che vengono tolti dal proprio
habitat naturale ingiustamente. Questa prima parte è anche raccontata in modo
chiaro, semplice e scorrevole il tutto condito da illustrazioni carine (che
ovviamente ci sono per tutto il libro).
A partire dalla seconda parte però, tutto comincia ad essere
piuttosto confuso: è quasi come se l’autore cambiasse registro. Il ragazzo
racconta la sua storia al lupo, in maniera “telepatica” attraverso il proprio
sguardo, e quello che viene spiegato non è spiegato molto bene tant’è che c’è
una parte che ho dovuto rileggere un paio di volte per cercare di capire, senza
successo, se due personaggi secondari fossero due oranghi o due persone. Anche la
parte dove viene spiegato come il protagonista arriva nella nuova città è molto
frastagliata e sbrigativa.
Per non parlare del finale, che mi ha veramente deluso.
Questo libro è indicato per bambini dagli 8 anni in su ma
onestamente non lo farei leggere a nessuno considerato che alla fine non c’è
nessuna morale, nessun lieto fine; il lupo rimane in gabbia e il bambino rimane
comunque solo in mezzo agli animali. L’unica cosa che ho colto è forse un appunto
sul riscaldamento globale, lo sfruttamento minorile e il bracconaggio, temi che
comunque un bambino così piccolo non coglierebbe da solo. In sostanza , mi ha
lasciato un senso di tristezza e basta.
Avendo letto da poco “Signori Bambini” sempre dello stesso
autore mi aspettavo qualcos’altro ma evidentemente prima di scrivere questo
libro deve aver mangiato qualcosa di pesante e bevuto un po’ troppo vino a
pranzo.
Anche questo libro faceva parte del “progetto smaltimento
libreria” e, come dicevo all’inizio, credo proprio che me ne sbarazzerò perché oltre
ad averlo letto una volta senza ricordarne nulla (almeno 10 anni fa) l’ho letto
una seconda e vorrei non averlo fatto.
Tra l'altro voglio appuntare che dei 3 libri che avevo dell'autore (Kamo l'idea del secolo, Signori Bambini, L'occhio del lupo) solo uno si è salvato! Mi sa che non è proprio il mio autore.
(il perché abbia tutti questi libri suoi in casa rimane un mistero)
Voi lo avete letto? Che ne pensate? Fatemelo sapere!
A domenica prossima!
(foto e immagini trovate su Google, tutti i diritti e i crediti ai creatori di suddette immagini)