SOFFOCARE - CHUCK PALAHNIUK | RECENSIONE

Buona prima domenica di settembre!

Finalmente ci stiamo per lasciare alle spalle quest’estate esageratamente torrida per entrare nel mio periodo preferito dell’anno: l’autunno!

Io trovo affascinante il cambio di tempo, i colori, le foglie che cadono e quell’odore di camino e caldarroste che si aggira nell’aria. Decisamente un momento in cui mi sento in pace e ho tirato un sospiro di sollievo quando ho visto l’abbassarsi delle temperature.

Ma passiamo oltre ed eccomi qui a parlarvi di libri, in particolare di un’ultima lettura che non mi ha entusiasmato moltissimo ma di cui comunque voglio parlarvi!

Il libro in questione è SOFFOCAREdi CHUCK PALAHNIUK, edito da Mondadori.

Trama: “Victor Mancini, studente di medicina fallito, ha architettato un fantasioso sistema per pagare le spese ospedaliere della vecchia madre: ogni giorno sceglie un ristorante diverso, ci va a cena con un amico e, nel bel mezzo della serata, finge di rischiare il soffocamento per colpa di un boccone andato di traverso. Immancabilmente qualcuno si lancia a salvarlo, e immancabilmente questo qualcuno esce "trasformato" dall'esperienza e diventa una sorta di padre adottivo del protagonista. Al punto che in occasione dell'anniversario dell'incidente gli invia dei soldi. Dopo anni di questa attivita Victor si trova a ricevere quasi ogni giorno un gruzzolo da persone di cui ormai non ricorda nulla ma che gli sono grate per aver dato un senso alle loro vite.”

Non avevo aspettative per questo libro, dell’autore ho già letto Fight Club che rientra  nella mia top ten dei libri preferiti, e in questo titolo, viste le premesse appena fatte, pensavo di trovare quel tipo di letteratura che mi ha folgorato. In realtà non posso lamentarmi perché ho trovato quasi tutti i temi che l’autore, mi pare di aver capito, ama trattare (violenza, sesso, dipendenze, ambientazioni underground, relazioni tossiche) solo che il suo stile di scrittura è veramente troppo esasperato in questo caso.

In sostanza vengono raccontate le vicende di Victor, un ragazzo sessodipendente, che per guadagnarsi i soldi per mantenere la madre nella costosa casa di riposo fa finta di soffocare nei ristoranti così che le persone che lo "salvano" si sentano in dovere di mandargli dei soldi ogni tot.

L’idea della trama è interessante ma sviluppata solo in pochi passaggi mentre la storia principale, che non ci viene introdotta subito, è sicuramente avvincente ma le digressioni esagerate mi ha reso la lettura veramente pesante e ci è mancato poco che mollassi tutto dopo le prime 100 pagine. Questo libro è così denso di temi che ad un certo punto non si capisce più quale sia l'obbiettivo dell'autore: un mistero da risolvere, si parla di dipendenze, anarchia, problemi mentali, la redenzione del protagonista. Ci troviamo catapultati di per sé in una storia già abbastanza complicata e con una sottotrama che poteva essere avvincente (attenzione, poteva!) ma che poi alla fine tutto si perde nei monologhi infiniti del personaggio principale, personaggio che ho odiato dal primo secondo, e tutto quello che resta della trama sono solo frasi ad effetto e un senso generale di confusione.

In sostanza molta introspezione del personaggio, forse troppa per i miei gusti, e trama lasciata un po' a sé stessa.

Il grande problema secondo me è che l’autore non sapeva bene dove andare a parare con tutta questa carne al fuoco e alla fine il risultato è una morale raffazzonata e una conclusione sconclusionata. Io credo che questo fosse un esperimento, un esercizio di stile e non un vero e proprio romanzo considerate appunto tutte le tematiche, decisamente troppe, che vengono messe in ballo. L’autore ha cercato di lanciare un messaggio che a noi arriva fino ad un certo punto e i personaggi si perdono in tutto questo risultando piatti, a dir poco insulsi. Lo stile di Palahniuk mi piace molto ma in questo libro sembra quasi che voglia arrivare all’esasperazione stilistica.

Non ho empatizzato per niente con Victor, tantomeno con sua madre, invece mi sono ritrovata molto nel suo amico Danny, che fin dal primo momento viene descritto da Victor come uno sfigato senza futuro ma man mano che Vic inizia a prendere coscienza di sé e di quello che lo circonda cominciamo a vederlo per quello che è davvero: una brava persona, un uomo con la testa sulle spalle unico personaggio positivo in tutta la storia e unico vero redentore che fa anche da tramite di un bel messaggio di speranza che ho apprezzato tantissimo in tutto questo caos cinico.

Onestamente è una lettura che lascia il tempo che trova e forse non ve la consiglierei ma di sicuro leggerò qualcos’altro dell’autore perché mi ritrovo tantissimo nelle sue parole crude (quando hanno un senso logico) e nel suo scetticismo generale per il futuro e la società odierna.

Avete letto questo libro? Conoscete l’autore? Fatemi sapere!

Buona domenica!

(foto e immagini trovate su Google, tutti i diritti e i crediti ai creatori di suddette immagini)